Nordkapp RIB Mission 2012

Domenica 17 giugno

Dopo tanto lavoro e tanta attesa, finalmente si parte. Intorno alle 11.00, in una splendida giornata di sole, lasciamo Palermo alla volta di Favignana, dove abbiamo già previsto di fermarci per una sosta tecnica. Accompagnato da Giuseppe Grisafi, cineoperatore che mi supporterà per le videoriprese, e dal professore Francesco Pace, Ricercatore presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Palermo, ho l’onore di ospitare a bordo il Magnifico Rettore dell’Università di Palermo, Prof. Roberto Lagalla, con la moglie Paola, e mia moglie Elena.

A Favignana siamo ospiti del Sindaco e della Provincia di Trapani, che ci fanno fare una interessantissima visita alla stupenda tonnara.

Lunedì 18 giugno

Intorno alle 10.00, dopo aver fatto carburante e aver salutato il Rettore, la moglie ed Elena, facciamo rotta per la Tunisia, 125 miglia nautiche sino a Biserta, dove siamo attesi ed ospiti del Marina Bizerte (che verrà inaugurato nel 2013). Il tempo è davvero ottimo, sole e caldo sino all’arrivo nel pomeriggio.

Ad accoglierci i rappresentanti del porto ed un funzionario dell’ufficio turistico locale che ci offre la sistemazione alberghiera per la notte, omaggiandoci inoltre 600 litri di benzina. Terminati in tempi piuttosto ragionevoli i controlli doganali, doccia veloce e “bagno di folla”: ci aspettano infatti i giornalisti per delle interviste, all’interno degli uffici del Marina, dove tengono anche un piccolo rinfresco per noi. Poi visita della città, del vecchio porto di Biserta e del mercato del pesce. Dopodiché con un incaricato del Marina facciamo bunkeraggio. Terminata l’operazione intorno alle 21.00, chiudiamo la serata con la partita dell’Italia ed una fantastica cena a base di pesce. Emozioni speciali per il trattamento squisito che ci hanno riservato.

Martedì 19 giugno

Lasciamo Biserta di buon mattino, ci aspettano 236 miglia per raggiungere l’Algeria, dove siamo attesi nel porto di Bijaya, il cui direttore generale, al termine dei controlli doganali, si è premurato di farci accompagnare e omaggiare cena e pernottamento presso l’hotel Brahmi, facendoci lasciare il gommone tranquillamente ormeggiato vicino a delle navi militari. Anche qui un vero piacere nell’incontrare tutte persone gentili e amichevoli.

Mercoledì 20 giugno

Giro della città di Bijaya con visita al mercato del pesce. Al porto incontro con una rappresentante per il turismo algerino, che ci ha fatto omaggiare della benzina. Alle 15.00, lasciamo Bijaya per approdare ad Algeri intorno alle 22.00 ora locale. Controlli doganali lunghi e sfiancanti. Il porto è chiuso ed ormeggiamo in prossimità di una vecchissima garitta armata. È il nostro primo pernottamento in gommone ed in piena notte, intorno alle 02.00, veniamo svegliati dalla polizia per ulteriori controlli.

Giovedì 21 giugno

Oggi la nostra quarta tratta, partiamo da Algeri con molto ritardo con l’obiettivo di raggiungere Orano. Ritardo dovuto ai lunghi e controlli doganali che non ci danno neanche il tempo di visitare Algeri. Inoltre, nel porto la pompa eroga solo gasolio, per cui finiti i controlli d’uscita, partiamo per Sidj Ferruch (unico marina riconosciuto in Algeria), dove ci fermiamo per rifornimento carburante. Anche qui ovviamente i consueti controlli doganali. Terminato il rifornimento, ci rimettiamo in viaggio, ma il notevole ritardo e le condizioni meteo-marine non favorevoli, ci costringono ad una sosta notturna nella vicina Cherchell (appena 48 miglia). Qui la dogana ci porta in caserma con un furgone cellulare, situazione alquanto comica (sembra che siamo stati arrestati): dobbiamo semplicemente firmare i documenti dei controlli doganali, terminati i quali, veniamo accompagnati da una guardia che rimane con noi sino a cena, senza tuttavia accettare nulla, ma che ci accompagna graziosamente per un giro in città e ci riconsegna i passaporti, per lasciare Cherchell il mattino successivo. Altro pernottamento in gommone.

Venerdì 22 giugno

Partiamo di buon mattino da Cherchell, decisi a lasciare l’Africa, annullando a malincuore le tappe di Orano e Ceuta. Gli eccessivi ritardi per i controlli doganali ci hanno sfiancato. Così facciamo rotta per la Spagna, percorrendo 244 miglia sino ad Almerimar, dove noto subito la forte crisi. Dato il periodo le barche sono davvero pochissime. Siamo ospiti del marina per due notti, pernottando ancora in gommone.

Domenica 24 giugno

Riprendiamo il nostro viaggio verso Gibilterra, dove ci fermiamo per una notte, ospiti del marina Queensway Quay e del Queens Hotel. Durante il tragitto incontriamo nebbia e grande emozione per dei deliziosi cuccioli di capodoglio. Quasi all’arrivo siamo fermati dalla motovedetta della polizia. In quelle acque è vietato il transito ai gommoni superiori ai 6,50 metri di lunghezza e con motori da 150 cavalli. Spieghiamo di essere attesi nel marina ed in hotel, così veniamo gentilmente scortati sino al marina dove vengono apposti i sigilli doganali al gommone, ormeggiato il quale, facciamo un giro della città e ci sistemiamo in hotel. La sera guardiamo Italia – Inghilterra in un pub. Finalmente riposo a letto.

Lunedì 25 giugno

Intorno alle 12.00 la dogana ci autorizza alla rimozione dei sigilli per salpare da Gibilterra e raggiungere Portimão, sperando di arrivare prima del tramonto. C’è parecchia nebbia, facciamo carburante e puntiamo verso il Portogallo. Ma le avverse condizioni meteo compromettono subito la nostra navigazione. Vento oltre i 30 nodi che ci spinge contro vagonate di acqua. Un gavone rimasto malauguratamente un po’aperto imbarca acqua, mandando in tilt l’impianto elettrico, gli inverter ed il carica batteria. A questo punto siamo costretti a riparare su Tarifa, nel centro dello stretto di Gibilterra, dopo aver percorso solo 15 miglia, con tanta rabbia e parecchi danni. Ospiti dell’Hostal Africa, approfittiamo di questa sosta di due giorni per visitare Tarifa, continuando a raccogliere dati per le ricerche e risistemare in parte quanto danneggiato.

Mercoledì 27 giugno

Oggi riprendiamo il nostro viaggio per il Portogallo. Il tempo non è dei migliori, un fortissimo e fastidioso vento da est rende la navigazione davvero difficoltosa, tanto da valutare l’ipotesi di fermarmi a Cadiz. Ma appena entrato nel golfo di Cadice le condizioni meteo-marine migliorano notevolmente, così proseguiamo il nostro viaggio. Approdiamo a Portimão alle 19:00 ora locale; ad attenderci il mio co-pilota Saverio Mandarano, che resterà a bordo sino al compimento della missione. Qui salutiamo il nostro amico professore Francesco Pace. Ormeggiato il gommone nel Marina de Portimão, del quale siamo ospiti, ci rechiamo all’Hotel Next Inn, che ci omaggia il pernottamento per due notti.

Il giorno dopo, un amico italiano che ha proprio lì un cantiere nautico, ci permette di mettere a terra il gommone. Così io e Saverio ci dedichiamo ad un check-up completo, sostituiamo anche la pompa di sentina, danneggiatasi durante la forte mareggiata nello stretto di Gibilterra, e risistemiamo tutti i bagagli.

Fatica mista ad un momento di sconforto per tutta l’attrezzatura danneggiata. Ma la meta è lontana e non possiamo permetterci defaillance emotive: si va avanti a testa alta.

Venerdì 29 giugno

Di buon mattino facciamo rotta per Oeiras, piccolo porto a poche miglia da Lisbona. Il tempo è un po’ piovoso ed il mare relativamente tranquillo, anche se nel doppiare Cabo São Vicente le correnti ed il mare rotto rendono la navigazione un po’ difficoltosa. Poi il mare nuovamente calmo ci permette di giungere alla nostra destinazione nel pomeriggio. Ospiti del Porto de Recreio, soggiorniamo per più di due notti, pernottando in gommone. Approfittiamo della sosta per visitare questa graziosissima città e aspettiamo condizioni meteo favorevoli per proseguire il nostro viaggio.

Mercoledì 4 luglio

Lasciamo Oporto sotto la pioggia, alla volta della prossima tappa. La voglia di proseguire è tanta, così ci mettiamo di buona lena e facciamo rotta per Ribadeo, “masticando” ben 246 miglia. Una traversata parecchio impegnativa: in prossimità di Capo Finistère le fortissime correnti ed il mare incrociato mi costringono a ridurre di molto la velocità di crociera. Doppiato il Capo, le condizioni meteo-marine migliorano notevolmente, così recuperiamo  velocità, giungendo tuttavia a Ribadeo col buio, circa le 22.30. Qui godiamo della deliziosa  accoglienza presso il Real Club Nàutico: all’interno dei loro locali ci riservano un’area ove pernottare, cucinare e lavare la nostra roba. Che fortuna incontrare tante belle persone disposte ad accogliere degli stranieri a casa propria. Approfittiamo della lunga sosta per riposare e visitare questa piccola ma vivacissima città, che mi aveva già ospitato nel 2010 in occasione della Palermo – Amsterdam, ritrovando gli amici di allora ad accogliermi ancora una volta con tanto entusiasmo.

Lunedì 9 luglio

Oggi finalmente il bel tempo. Intraprendiamo quindi la traversata più impegnativa dell’intero itinerario: l’attraversamento del Golfo di Biscaglia, ben 289 miglia da Ribadeo ad Audierne (Francia). Quante emozioni contrastanti: paura e intraprendenza, rispetto per il mare e voglia di sfidare se stessi, ansia e voglia di arrivare… Partiamo di buon mattino, la traversata è relativamente tranquilla, tanto da poterci permettere una sosta in mare per il rabbocco del carburante senza troppo faticare. In serata raggiungiamo Audierne, navigando lungo un canale che conduce sino al marina, dove ci hanno concesso l’ormeggio gratuito. In serata facciamo un breve giro di questa graziosissima cittadina e poi a “nanna”, ancora una volta in gommone.

Martedì 10 luglio

Oggi proseguiamo alla volta di Jersey. Poiché a Audierne non vi è benzina, ci rechiamo nel vicino porto di Morgat, dove attraverso contatto telefonico ci hanno garantito l’erogazione di benzina. Ma giunti in porto, veniamo a sapere che pochi minuti prima la pompa si è guastata e si attende l’arrivo del tecnico. Ci fermiamo per quella che dovrebbe essere una breve sosta e che invece è una lunghissima attesa. Questo notevole ritardo, non ci permette di raggiungere Jersey entro sera. Proseguiamo allora per sole 42 miglia e ci fermiamo a L’Aber Vrac’h, un piccolissimo villaggio di pescatori, animato da una vivacissima festa per il raduno delle barche vichinghe. Ci mischiamo tra la folla festosa e gioiamo anche noi dell’inaspettato raduno.  Altro pernottamento in gommone e questa volta fa proprio freddo: la pioggia incessante per tutta la notte mette a dura prova le nostre tende. La temperatura è scesa a 7°C.

Mercoledì 11 luglio

Salpiamo di buon’ora per riprendere la nostra rotta verso Jersey, dalla quale ci separano circa 107 miglia. Navighiamo con pioggia, freddo e brutto tempo. A pochissime miglia dal porto di Jersey la navigazione è compromessa da un vento fortissimo e grosse mareggiate. A Jersey siamo ospiti del Marina St. Hélier e dell’Hotel De France. Questa è la prima vera pausa e godiamo del primo vero riposo. Per tutti i tre giorni di sosta il tempo è piovoso ed il mare proibitivo. Così ne approfittiamo per fare i turisti e visitare i dintorni.

Sabato 14 luglio

Sperando di sfruttare la piccolissima finestra di un tempo relativamente favorevole, riprendiamo il nostro viaggio alla volta della Manica. Solo poche miglia e le condizioni meteo-marine peggiorano bruscamente, decido così di dirottare verso Brighton. Ma non ne abbiamo il tempo, una violenta mareggiata mette a durissima prova la nostra navigazione, spezzando una parte del parabrezza e portandosi via un grande bagaglio carico di vestiario. Così, a poco meno di 83 miglia da Jersey siamo costretti a riparare su Saint Vaast La Hougue, sperando di poter ripartire il giorno dopo. Di nuovo pernottamento a bordo del gommone, il freddo del nord comincia a farsi sentire, tanto più considerando che son rimasto senza abbigliamento pesante. Difficoltà acuita dall’avere perso anche quei piccoli souvenir che di porto in porto vado raccogliendo dandomi il senso del viaggio che va avanti. Devo solo resettare la mente, il cuore e andare avanti.

Martedì 17 luglio

Fermi a Saint Vaast la Hougue per tre giorni a causa delle condizioni meteo poco favorevoli e per poterci riprendere dalla brutta avventura nella Manica, nel pomeriggio di oggi finalmente una piccola finestra di tempo discreto ci permette di spostarci circa 50 miglia più avanti nel porto di Le Havre, dove Peppe ci saluta per rientrare in Italia.

Venerdì 20 luglio

Lasciamo solo stamane Le Havre con il nostro fedele Calipso, con il quale vogliamo raggiungere entro sera il porto di Calais. Ma dopo essere arrivati dobbiamo cambiare programma a causa degli orari delle maree e la ovvia chiusura del porto. Proseguiamo dunque qualche miglio più avanti fino a Dunquerke dove pernottiamo in gommone nel freddo clima nordeuropeo. Il caldo della nostra estate è ormai un lontano ricordo.

Sabato 21 luglio

La sosta a Dunquerke ci ha fatto recuperare circa venti miglia. Così oggi ci mettiamo in viaggio verso Den Helder, Olanda. Date le condizioni meteo valutiamo di poter tranquillamente saltare la sosta prevista in Belgio. Ci aspettano 147 miglia. Il mare si mostra tutto sommato buono e ci riserva un panorama insolito: si alternano grandi piattaforme petrolifere a maestosi impianti eolici. Sorpresa delle sorprese: a pochissime miglia dall’ingresso nel porto di Den Helder, veniamo sorvolati da un elicottero della polizia olandese, chiedono informazioni sul nostro transito, poiché quella zona è spesso battuta da narcotrafficanti, infatti a largo era stata segnalata una nave con del carico illecito. Mentre spieghiamo alla polizia le ragioni della nostra presenza in quelle acque, nel vicino marina di Den Helder ci attendono preoccupati. Quando finalmente si rendono conto di aver preso un granchio e non dei pericolosi trafficanti finisce tutto in una gran risata. Raggiungiamo finalmente il marina dopo aver atteso l’apertura dei ponti. Ospiti del marina Willemsoord BV, fermiamo per quasi una settimana a causa di condizioni meteo proibitive e soprattutto perché le apparecchiature di bordo hanno misteriosamente smagnetizzato le carte di credito e le carte bancomat.

Venerdì 27 luglio

Risolti i bizzarri problemi e sfruttando una provvidenziale finestra di buon tempo lasciamo Den Helder di buon ora, e se il bel tempo ci assiste, dovremmo raggiungere Esbjerg (Danimarca) questa sera intorno alle 21:00, navigando per oltre 200 miglia ed annullando la tappa tedesca a Cuxhaven. Approdiamo ad Esbjerg con una pioggia intensa che ci blocca per un’oretta nel gommone. Il marina è chiuso, ci informiamo su dove lasciare il gommone per la notte e su come raggiungere il nostro hotel, il Danhostel Esbjerg, che dista circa tre quarti d’ora a piedi. Lo raggiungiamo ancora sotto la pioggia, man mano che camminiamo le strade si svuotano. Non siamo abituati agli orari nordici, quel deserto di anime che ci si è creato attorno ci inquieta. Finalmente in albergo una doccia calda e poi di nuovo fuori per mangiare qualcosa, fa molto freddo e la fame è tanta. Riusciamo a cenare miracolosamente, vista la chiusura dei locali ad un’ora per noi insolita,  presso un pizzaiolo turco innamorato dell’Italia. Una particolarità di questi posti è che i negozi ed i locali chiudono prestissimo, (tra le 18:00 e le 19:00) e come nei film di fantascienza tutti gli umani spariscono. Che incredibile sensazione il confronto di culture diverse come la nostra o quella spagnola rispetto all’efficientissimo popolo danese che ad una certa ora si ritira nelle proprie abitazioni. Dopo le numerose notti in gommone, quasi non sappiamo più come si dorme in un letto! Approfittiamo della lunga sosta per recuperare un po’ di riposo.

Lunedì 30 luglio

Dopo tre giorni di sosta, lasciamo la Danimarca per quella che ha il sapore della nostra prima vera conquista: la Norvegia. Partiamo alle 5 del mattino per evitare la forte perturbazione in arrivo, lasciandocela così alle spalle. Che emozione la meta è vicina!  Alle 15.30 raggiungiamo il nostro primo porto norvegese – Egersund – dopo aver percorso ben 200 miglia. Indescrivibile lo stupore nei nostri volti alla vista di un tale spettacolo della natura. Paesaggi d’una bellezza senza pari. Davanti a tanta meraviglia, il pernottamento in gommone, nonostante le temperature bassissime, non ci pesa affatto. Lo viviamo piuttosto come un premio. Con Saverio brindiamo a questo nostro primo traguardo.

Martedì 31 luglio

Salutiamo Egersund per raggiungere Bergen, percorrendo 139 miglia. Le condizioni meteo sembrano volerci favorire, le consideriamo un regalo di benvenuto in Norvegia. A Bergen godiamo della genuina accoglienza nel porto della città. Tuttavia la notte da passare in tenda è troppo fredda e la stanchezza comincia a farsi sentire, così riusciamo a trovare sistemazione in un hotel nelle vicinanze. Bergen è una città dalla bellezza che toglie il fiato, e anche piena di turisti. Il giorno dopo ci dedichiamo così alla visita della città, con particolare interesse al mercato del pesce, il più importante di tutta la Norvegia. La pioggia continua a non mollarci, ma la gioia che proviamo è quella di una bella giornata di sole. È troppo speciale quello che stiamo facendo per farci demoralizzare dall’uggioso tempo.

Venerdì 3 agosto

In mattinata, prima di salutare Ǻlesund per dirigerci a Rørvik, ci spostiamo dall’altra parte della città per rifornirci di carburante. Ormeggiamo il gommone e con i nostri fedeli bidoni, io e Saverio, ormai pratici di quella familiare quanto faticosa operazione, andiamo a fare il carico di benzina alla pompa a terra. A questo punto stanchi ma felici siamo pronti per riprendere il nostro viaggio. In serata un fastidioso mare di prua ci costringe ad una sosta notturna ad Halten, dopo aver percorso 135 miglia. Halten è un minuscolo villaggio tra i fiordi. Non c’è anima viva. Solo il suono del mare riesce a infrangere l’immenso silenzio che pervade questo posto. Inoltre, c’è un piccolissimo molo non indicato nella cartografia. Fortunatamente riusciamo a prendere un po’ di corrente elettrica per scaldarci. Ci aspetta un’altra poco confortevole notte in gommone tra i fiordi norvegesi.

Sabato 4 agosto

In mattinata facciamo rotta per Rørvik, dove tuttavia ci fermiamo solo per rifornirci di carburante e fare una pausa pranzo. A questo punto vogliamo raggiungere velocemente Bodø. Dopo aver percorso circa 70 miglia ci fermiamo molto emozionati per brindare ad una significativa conquista: 66°lat. Abbiamo varcato il Circolo Polare Artico. Fermiamo i motori. Attorno a noi un assoluto silenzio e pace. Quella maestosa natura ci inonda il cuore di una meravigliosa sensazione: siamo parte di essa.  Meno di 100 miglia in quei paesaggi da sogno e approdiamo a Bodø, dove siamo gentilmente ospitati nel porto della città e presso il Thon Hotel Nordlys. Purtroppo non abbiamo materialmente tempo per visitare la città e ne approfittiamo per riposare.

Domenica 5 agosto

Presi dall’entusiasmo dell’essere vicini alla nostra meta, ci mettiamo in viaggio verso Tromsø di buon ora. Ci aspettano infatti 213 miglia, che riusciamo a coprire con tutto il carburante caricato a Rørvik. Nonostante l’eccitazione di essere quasi alla meta e  consapevoli degli scherzetti che può riservarci la stanchezza, percorriamo queste miglia con la medesima attenzione e cautela riservata ai tragitti precedenti. Arriviamo a Tromsø in serata, ormeggiamo il nostro Calipso nel marina principale della città. Anche qui godiamo della squisita accoglienza e sistemazione riservataci presso la catena degli hotel Thon.

Lunedì 6 agosto

In mattinata ci spostiamo con il gommone per fare carburante. Ancora una volta si tratta di una pompa a terra, tuttavia con un ormeggio relativamente vicino (quasi frontale). La porta che dall’ormeggio dà l’accesso alla strada è chiusa, con Saverio approntiamo il passaggio dei bidoni con l’aiuto di una cima, riuscendo così a caricare circa 250 litri di benzina. Nel frattempo si era sparsa la voce della nostra avventura e veniamo raggiunti da alcuni giornalisti che ci fanno varie fotografie ed interviste. Tutte queste attenzioni ci fanno sentire importanti e ci danno gioia per la notorietà che ha raggiunto la traversata. Lasciamo Tromsø intorno all’ora di pranzo per raggiungere Ǻlta, dove arriviamo nel tardo pomeriggio dopo aver percorso circa 123 miglia. Qui siamo ospiti del piccolissimo marina e del Rica Hotel Ǻlta. Ciò che colpisce, dando un’occhiata un po’ in giro, è il numero diffuso di moto da neve, praticamente fuori da ogni abitazione. L’accoglienza riservataci è davvero eccezionale, e familiarizziamo subito con  la gente del luogo. Anche qui giornalisti con i quali prendiamo appuntamento per dopo, dopo essere giunti alla meta,  ci rivedremo al ritorno da Capo Nord.

Martedì 7 agosto

Di mattina, alcuni incaricati del marina ci accompagnano in macchina per fare il carico di benzina, ce ne serve abbastanza per raggiungere Capo Nord e tornare ad Ǻlta. Siamo molto emozionati, tra qualche ora conquisteremo la nostra agognata meta. Lasciamo Ǻlta intorno alle 11.00, ed alle 15.00 circa eccoci al nostro zenit: Capo Nord! L’arrivo è sorprendente. Lo stupore immenso. Dopo tanti lunghi giorni, che sembravano non finire mai, eccola qui. Ecco la nostra vetta. Il “Tetto del Mondo” per antonomasia! La gioia si mescola alla fatica e ne smorza l’effetto. Sento l’immensa soddisfazione prendere il sopravvento. Lo scetticismo di chi aveva considerato impossibile tale impresa, dietro alla quale c’è più di un anno di lavoro, è superato dalla realtà. L’adrenalina non ci fa restare fermi un attimo e questi soli 8 metri di gommone sembrano immensi. Il tempo si ferma, come se il suo scorrere perdesse improvvisamente significato. Mare calmo e un tiepido sole ci fanno da compagni.  Mi piace pensare che il Dio del Mare, dopotutto, abbia voluto ripagarci in questo prezioso modo per le difficoltà incontrate per arrivare sin qui. Sino a Capo Nord!